È arrivato al centro multiraccolta con un sacchetto di inerti, ma Francesco Speroni alla sbarra si è sentito dire: «Non può entrare».
Era - come spesso gli accade - in bicicletta. E dove sta scritto? ha chiesto subito l’ex europarlamentare di Busto Arsizio - nonché già ministro e presidente del consiglio - , che da sempre è uno scrupoloso lettore di regolamenti. Sul sito internet, infatti, navigando non ne ha trovato traccia. Non è certo però un’invenzione degli incolpevoli addetti Agesp: gli è stato mostrato il regolamento cartaceo in vigore, esposto dentro il centro a Sacconago, e qui sì, si rimarca che non è possibile entrare in bici.
Questione di sicurezza. Norma che Speroni giudica «illogica e fuori dal tempo, si parla tanto di transizione in bicicletta, poi un cittadino per venire a buttare dei rifiuti deve essere in auto». Oltre a non essere un incentivo per la mobilità sostenibile, Speroni pone il caso «che una persona non abbia la patente o l’auto, che fa? Chiama Agesp per la raccolta a domicilio? Il servizio però è a pagamento». E presume che ci siano un po’ di rifiuti da buttare, non facili insomma da trasportare in via Tosi.
Un sacchetto di inerti, «come un vecchio ferro da stiro o altro», magari i toner o altro materiale ancora, si possono agevolmente portare anche in bicicletta.
Questione di sicurezza? Se accade insomma che un’auto urta la bici, a livello assicurativo cosa comporta? «È area pubblica, come le strade» osserva Speroni. Che è tornato a casa con il suo sacchetto, ma ha voluto segnalare il caso.
Il presidente di Agesp Francesco Iadonisi risponde: «Gli addetti a fronte di un regolamento non potevano dare la possibilità di entrare e hanno svolto il loro dovere. Vale la pena riflettere sulla questione che pone Speroni in termini ambientali. Ai fini pratici, è più complesso e va approfondito». Questo anche per gli aspetti assicurativi. «Bisogna verificare - aggiunge poi Iadonisi - se non esistano elementi normativi a livello superiore».